Screlosi multipla: effetti cognitivi ed effetti psicologici della diagnosi nel paziente

Screlosi multipla: effetti cognitivi ed effetti psicologici della diagnosi nel paziente

Introduzione

La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa cronica che prevede la demielizzazione del sistema nervoso centrale. In particolar modo colpisce le donne è può essere diagnosticata anche durante l’infanzia, sebbene sia raro. La sclerosi multipla comporta sia sintomi psicologici che fisici, come ad esempio tremori, debolezza muscolare, paralisi, disturbo dell’equilibrio, perdita di vista, vertigini, deficit sensoriali, dolore, stanchezza e depressione. Il paziente, perciò, provando paura per il peggioramento dei sintomi limita le sue attività, causando un aumento della disabilità, dello stato di salute fisico, mobilità ed anche della sua qualità di vita  (Halabchi et al., 2017)

La stanchezza è uno dei sintomi principali della sclerosi multipla. “Possiamo distinguere tra: percezione di stanchezza e prestazioni di affaticamento. Quest’ultimo si riferisce alla misurazione oggettiva degli aspetti della stanchezza, ad esempio, l’osservazione della diminuzione delle prestazioni in compiti cognitivi o motori” (Manjaly et al., 2019)

È stimato che l’incidenza della malattia sia per oltre 2.5 milioni di persone in tutto il mondo. Eventi stressanti possono portare al peggioramento dei sintomi neurologici ed è anche per questo che la ricerca per migliorare il benessere psicologico del paziente è aumentata (Di Cara et al., 2022)

Aspetti psicologici

Bjedov et al. Hanno raccolto ed esaminato diversi articoli che evidenziano come il disturbo d’ansia ed il disturbo depressivo siano i sintomi psicologici più frequenti in caso di diagnosi di sclerosi multipla. Il disturbo d’ansia nei pazienti di sclerosi multipla (dal 15% al 31%) è più frequente rispetto al disturbo d’ansia nella popolazione generale (13%). Gli studi sull’ansia all’interno di questa patologia sono contradditori, ma la maggior parte concorda con l’affermare che l’ansia nasca dall’imprevedibilità della malattia, dalla paura di non sapere cosa succederà dopo, non conoscere il quando ed il come la malattia avrà effetti sul soggetto. Anche la depressione è un sintomo molto frequente nei pazienti di sclerosi multipla rispetto a pazienti che soffrono di altre malattie neurologiche o disturbi cronici. Anche questa può presentarsi a causa dell’imprevedibilità della malattia e della disabilità che comporta. Infatti, è fondamentale per il paziente sviluppare difese mature come l’umorismo, altruismo o la sublimazione. Al contrario del disturbo d’ansia, nel caso della depressione possono esserci anche correlazioni fisiologiche. È stato infatti studiato come lesioni al cervello, in particolar modo ai lobi frontali e parietali superiori, rispetto a lesioni spinali, aumentino il rischio di cadere in depressione per il soggetto. Inoltre, molti studi hanno suggerito che lo squilibrio endocrino nell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene può contribuire all’eziologia della depressione e pazienti affetti da sclerosi multipla mostrano una maggiore attività nell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, in particolar modo nella produzione di cortisolo.

La terapia cognitivo comportamentale si è dimostrata di cruciale importanza per il trattamento della depressione, anche a lungo termine. Inoltre, interventi mirati sulla mindfulness si sono dimostrati efficaci per il trattamento del dolore e di sintomi psicologici, con miglioramenti anche sulla qualità di vita e strategie di coping. (Di Cara et al., 2022)

Aspetti cognitivi

I deficit cognitivi più comuni nella sclerosi multipla riguardano la compromissione della velocità di elaborazione delle informazioni, la memoria di lavoro e memoria a breve termine (Lisak & Trkanjec, 2021; Meca-Lallana et al., n.d.). Inoltre, possono presentarsi disfunzioni esecutive che comportano una compromissione del problem-solving e compiti di programmazione. Molti pazienti presentano anche difficoltà ad iniziare un’azione, raggiungere un oggetto o controllare transizioni per completare il compito. La concentrazione è ridotta ed il soggetto perde la capacità di fare più compiti simultaneamente. Processi visivi e spaziali sono danneggiati portando a problemi di orientamento e navigazione dello spazio, il soggetto ha difficoltà ad imparare nuove informazioni, abilità e potrebbe presentare anche un eloquio incoerente. (Lisak & Trkanjec, 2021)

De Meo et al. Hanno trovato 5 profili cognitivi di pazienti affetti da sclerosi multipla: pazienti con cognizione preservata compromessa(1), lieve memoria verbale/fluenza semantica compresa (2), mild-multidomain comprised (3), severe–executive/attention comprised (4) e severe-multidomain  (5). Trovando anche significative differenze demografiche e cliniche nei diversi profili. Infatti i primi due profili sono costituiti da pazienti con caratteristiche demografiche e durata della malattia simile, ma molto più giovani rispetto ai pazienti degli altri due profili. Pazienti con multidomain comprised presentano una disabilità maggiore rispetto agli altri profili. Il primo profilo presenta un funzionamento preservato in tutti i test cognitivi. Il secondo profilo è associato a compromesse strategie di cluster semantiche e di modalità di accesso lessicale causate da atrofia ippocampale che comporta anche ad un “peggioramento dell’apprendimento verbale e memoria e della fluenza semantica”. Il terzo profilo mostra una lieve compromissione delle prestazioni cognitive causato da una diminuzione del volume neocorticale che porta ad una “peggiore prestazione nei test di memoria verbale, attenzione/concentrazione e fluenza verbale in pazienti affetti da sclerosi multipla”. Il quarto profilo è caratterizzato da un peggioramento in tutti i test, presentando “una compromissione dell’attenzione e delle funzioni esecutive, come inibizione dell’interferenza cognitiva”, con un elevato livello di stanchezza, rispetto agli altri gruppi, ed è associata a prestazioni più basse in compiti di attenzione ed esecuzione. Infine, il quinto profilo presenta una grave compromissione in tutti i test cognitivi.

Effetti della diagnosi

La diagnosi è un momento molto delicato per il paziente che potrebbe presentare una forte crisi psicologica caratterizzata da diverse emozioni comuni come: rabbia, frustrazione, senso di impotenza e senso di colpa. Il paziente si trova ad affrontare un’esperienza di perdita delle sue caratteristiche fisiche e psichiche. È per questo che deve affrontare un processo di elaborazione del lutto per trovare nuove forme di adattamento. L’Associazione Italiana per la sclerosi multipla ha individuato diverse fasi che susseguono la diagnosi:

  1. La fase di shock caratterizzata dalla diagnosi stessa e dallo sviluppo della disabilità che porta il paziente ad uno stato di confusione e disorientamento. Che portano all’attivazione dei meccanismi di difesa, i più comuni nel caso della sclerosi multipla sono quelli della negazione e dello spostamento. Il soggetto può anche arrivare a negare la malattia.
  2. La fase di reazione dove aumenta la consapevolezza della malattia e l’attenzione è rivolta ad essa, agli esami da fare e diverse terapie. Il soggetto di focalizza sul presente, cercando anche le cause della malattia, potendo pensare che la malattia sia un errore o una sua colpa. Può svilupparsi il cosiddetto pensiero magico che porta a cercare relazioni tra gli eventi che non hanno una logica, ma che permette di sviluppare strategie di controllo. Il pensiero magico serve per contenere ansia e angoscia, ma può diventare un ostacolo alla terapia. Se il soggetto non trovasse una giustificazione alla malattia potrebbe riversare le emozioni di impotenza e rabbia sulle persone a lui vicine.
  3. Fase di elaborazione. Le forti emozioni iniziali diventano più lievi permettendo al soggetto di integrare la sclerosi multipla alla sua vita e nella relazione con gli altri. Il soggetto può attribuire significato alla sua esperienza.
  4. Fase di ri-orientamento. L’esperienza della sclerosi multipla è più integrata nella vita del paziente e ricompare il desiderio di una progettazione futura che si era persa nelle prime fasi. Il paziente riacquisisce il proprio senso di autoefficacia, essenziale per riacquisire fiducia in se stessi e raggiungere i propri obiettivi di vita, riconoscendo i propri limiti, ma cercando soluzioni alternative.

Conclusioni

La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa cronica che va ad attaccare la mielina nel sistema nervoso centrale. I soggetti che ne soffrono presenteranno difficoltà motorie come difficoltà nei processi visivi e spaziali, di linguaggio, memoria di lavoro, memoria a breve termine, attenzione e funzioni esecutive, ma presentano anche sintomi psicologici. I due più grandi disturbi psicologici che si possono presentare in caso di sclerosi multipla sono il disturbo d’ansia ed il disturbo depressivo.

Si pensa che la depressione e la sclerosi multipla possano essere collegate tra loro da danni cerebrali e squilibri ormonali, ma ulteriori ricerche dovrebbero approfondire l’argomento. Anche le funzioni cognitive del soggetto subiscono compromissioni più o meno gravi, a seconda anche del decorso della malattia il che può portare oltre ai disturbi psicologici anche un peggioramento della qualità di vita del soggetto. La diagnosi è una fase cruciale e delicata della malattia in cui il paziente viene travolto da emozioni di rabbia, frustrazione, senso di colpa e senso di impotenza. Dovrà affrontare un processo di elaborazione del lutto, di perdita del suo corpo e delle sue capacità per come sono state fino a quel momento.

Attraversando diverse fasi potrà poi arrivare ad una fase di ri-orientamento di se stesso dove potrà ritrovare la sua autoefficacia, riconoscendo ora i suoi limiti fisici e psichici e trovando strategia di adattamento per poter raggiungere i suoi obiettivi di vita.

Scritto in collaborazione con
Gaia De Rosa
Studentessa Università degli Studi di Urbino Carlo Bo

Dott.ssa Maria Luisa Mazzetta

Bibliografia

Bjedov, B., Vidrih, B., & Tudor, K. I. (2021). ANXIETY AND DEPRESSION AS COMORBIDITIES OF MULTIPLE SCLEROSIS. In Psychiatria Danubina (Vol. 33).
De Meo, E., Portaccio, E., Giorgio, A., Ruano, L., Goretti, B., Niccolai, C., Patti, F., Chisari, C. G., Gallo, P., Grossi, P., Ghezzi, A., Roscio, M., Mattioli, F., Stampatori, C., Simone, M., Viterbo, R. G., Bonacchi, R., Rocca, M. A., De Stefano, N., … Amato, M. P. (2021). Identifying the Distinct Cognitive Phenotypes in Multiple Sclerosis. JAMA Neurology, 78(4), 414–425. https://doi.org/10.1001/jamaneurol.2020.4920
Di Cara, M., Grezzo, D., Palmeri, R., Lo Buono, V., Cartella, E., Micchia, K., Formica, C., Rifici, C., Sessa, E., D’Aleo, G., Maresca, G., Bramanti, P., & Corallo, F. (2022). Psychological well-being in people with multiple sclerosis: a descriptive review of the effects obtained with mindfulness interventions. In Neurological Sciences (Vol. 43, Issue 1, pp. 211–217). Springer-Verlag Italia s.r.l. https://doi.org/10.1007/s10072-021-05686-1
Halabchi, F., Alizadeh, Z., Sahraian, M. A., & Abolhasani, M. (2017). Exercise prescription for patients with multiple sclerosis; potential benefits and practical recommendations. BMC Neurology, 17(1). https://doi.org/10.1186/s12883-017-0960-9
Lisak, M., & Trkanjec, Z. (2021). COGNITIVE ASPECTS IN MULTIPLE SCLEROSIS. In Medicina Academica Mostariensia (Vol. 33, Issue 2).
Manjaly, Z. M., Harrison, N. A., Critchley, H. D., Do, C. T., Stefanics, G., Wenderoth, N., Lutterotti, A., Müller, A., & Stephan, K. E. (2019). Pathophysiological and cognitive mechanisms of fatigue in multiple sclerosis. In Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry (Vol. 90, Issue 6, pp. 642–651). BMJ Publishing Group. https://doi.org/10.1136/jnnp-2018-320050
Meca-Lallana, V., Gascón-Giménez, F., Ginestal-López, R. C., Higueras, Y., Téllez-Lara, N., Carreres-Polo, J., Eichau-Madueño, S., Romero-Imbroda, J., Vidal-Jordana, Á., & Pérez-Miralles, F. (n.d.). Cognitive impairment in multiple sclerosis: diagnosis and monitoring. https://doi.org/10.1007/s10072-021-05165-7/Publis

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